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  • Ultima modifica dell'articolo:4 Maggio 2024
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A parità di consumi nelle regioni del centro-sud si paga di più, ma la colpa non è degli operatori, vediamo perché.

Si parla spesso, in questo periodo, delle bollette del gas, soprattutto a causa dell’aumento del costo della materia prima (che in realtà si sta stabilizzando negli ultimi mesi). Come saprete però, sulla bolletta sono presenti anche altri costi, come ad esempio le spese di trasporto e gestione contatore, che incidono in maniera importante sul totale della bolletta. Quello che forse non sai, è che, alcune di queste spese variano da regione a regione e le differenze non sono affatto trascurabili.

Parliamo per esempio delle componenti che coprono i costi per trasportare il gas sulle reti di distribuzione locali, per gestire e leggere i contatori e per gestire i dati della lettura. La componente Tau1 (stabilita da ARERA), che copre i costi fissi, varia dai 65.88 € delle regioni sud-orientali (puglia, abruzzo, basilicata) ai 96.38 € di Calabria e Sicilia (+30 € circa), con le regioni centro-meridionali, che, ad eccezione di quelle sud-orientali, pagano generalmente di più. Regioni meridionali fortemente penalizzate anche dalla componente variabile Tau3, lo scaglione 2 per esempio (quello che copre i consumi tra i 120 e i 480 Smc), vede i clienti di Calabria e Sicilia pagare 0.226036 €/Smc, più del triplo rispetto alle regioni nord-orientali che pagano 0.069824 €/Smc.

La differenza resta simile in tutti gli scaglioni. Per avere un’idea di quanto valgono in soldoni queste differenze abbiamo stimato il costo annuo delle bollette del gas per una famiglia di 4 persone con consumi medi (1000 Smc all’anno) in 3 regioni diverse, una del nord, una del centro e una del sud Italia.

Se la famiglia presa in esame fosse residente a Udine, pagherebbe un totale annuo di 1161 € cosi suddivisi: 554 € per la materia prima, 251 € per trasporto e gestione contatore, 27.50 € di oneri di sistema, 156.50 € di imposte e il resto di IVA. A Roma, la spesa si attesterebbe a 1310 € (+149 €), stessa cifra per la materia prima, 554 € e per gli oneri di sistema 27.50 €, aumentano invece tutte le altre (trasporto e gestione, imposte e di conseguenza IVA). Stessa cosa per una regione del sud. A Cosenza la stessa famiglia pagherebbe 1307.50 € (+146.50 € ). Anche qui vale lo stesso discorso, la spesa per la materia prima (554 €) e per gli oneri di sistema (27.50 €) non variano, ciò che aumenta sono trasporto e gestione, imposte e ovviamente IVA. Ecco un grafico che riassume la situazione.

Con consumi leggermente più alti, la differenza tra nord e centro-sud può aumentare ulteriormente e arrivare a sfondare tranquillamente quota 200 € all’anno.

Le variazioni regionali dipendono da diversi fattori, come la presenza di reti di distribuzione più o meno efficienti, la maggiore disponibilità di infrastrutture di approvvigionamento e la diversa domanda di gas.